
La pensione anticipata flessibile, attiva anche nel 2025, permette di andare in pensione a 62 anni. Dal 2024, però, tale misura è diventata particolarmente penalizzante per quanto riguarda il calcolo. Si tratta, quindi, di una misura poco sfruttata a causa anche di informazioni poco approfondite, che generano confusione. Cerchiamo di fare chiarezza e di vedere quali sono i vantaggi dell’età pensionabile flessibile.
I destinatari
La pensione anticipata flessibile è destinata agli assicurati presso l’assicurazione generale obbligatoria, la gestione separata INPS e i fondi sostitutivi ed esclusivi dell’AGO che hanno raggiunto un’età di 62 anni e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025. Si tratta di una misura estremamente interessante e che accoglie una platea piuttosto ampia.

Inoltre, è bene sottolineare che se i requisiti saranno raggiunti entro il 31 dicembre 2025, l’accesso alla prestazione sarà valido anche dopo il 31 dicembre 2025. Non solo, ricordiamo che alla prestazione non può accedere il personale che fa parte delle forze armate, delle forze di polizia, quelle di polizia penitenziaria.
Ma anche il personale operativo del corpo nazionale dei vigili del fuoco e il personale della guardia di finanza che, dunque, non possono accedere a tale prestazione. La prestazione può essere conseguita sia dai lavoratori che hanno l’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sia da quelli che sono provi di anzianità contributiva alla stessa data.
L’età pensionabile flessibile è conveniente
Per capire bene la convenienza della pensione anticipata flessibile a 62 anni, bisogna comprendere il primo elemento che riguarda coloro che devono andare in pensione. Parliamo del concetto secondo cui per la pensione le regole di calcolo e il sistema previdenziale variano in base alle singole situazioni di ogni lavoratore.

Appare evidente quindi che in base alla situazione del contribuente, cambia tutto e quindi anche una misura come la quota 103, che effettivamente può apparire particolarmente penalizzante, può invece essere molto conveniente. Ricordiamo che la quota 103 è nata ufficialmente nel 2023, andando a sostituire la quota 102 che precedentemente aveva sostituito la quota 100.
In sostanza, possiamo dire che la quota 103 non prevede particolari restrizioni relative ai requisiti. E’ sufficiente, infatti, arrivare a 41 anni di contributi versati e almeno a 62 anni di età e tutti possono andare in pensione sfruttando questa misura che, dunque, come abbiamo visto, può essere decisamente conveniente.
Cos’è cambiato dal 2023 al 2025?
A gennaio 2024, quota 103 è nata per durare un solo anno, ma in realtà è stata prorogata per una prima volta. Ricordiamo tra l’altro che la misura nel 2023 era a calcolo misto. Questo vuol dire che la pensione di quota 103 per chi è uscito a 62 anni nel 2024 prevedeva il calcolo contributi fino al 31 dicembre 1995 e retributivo per gli anni successivi.

Fino a 67 anni di età, chi aveva diritto a ricevere un trattamento superiore, subiva il vincolo. Mentre per le quote precedenti, come quota 100 e quota 102, non esistevano vincoli legati all’importo massimo da percepire e questo è un aspetto estremamente importante. Ma non è l’unico aspetto ad essere cambiato con il tempo.
Infatti, l’altro vincolo di quota 103 era già attivo per misure precedenti. Ad eccezione dei redditi da lavoro autonomo a carattere occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Nel 2024, la misura è diventata contributiva e nel 2025, anno in cui è stata nuovamente prorogata, le regole sono rimaste esattamente le stesse.
Come capire la convenienza di andare in pensione a 62 anni
Occorre capire se è conveniente andare in pensione a 62 anni. Ci sono soggetti che magari, verso la fine della carriera, si ritrovano con stipendi più bassi o altro. In uno scenario di questo tipo, non è scontato che il calcolo retributivo sia più vantaggioso di quello contributivo, anzi. Infatti, potrebbe essere l’esatto opposto.

in questo caso, non possiamo certo parlare di penalizzazione inferiore per un pensionato, ma di totale assenza di penalizzazione. E su questo dovrebbe chiaramente fa fare delle riflessioni su chi considera la pensione a 62 anni di età con quota 103 una misura da evitare perché troppo penalizzante. Come far luce su tutto questo?
Dunque, il consiglio è quello di fare un calcolo della pensione prima con il sistema misto e poi con quello contributivo. In questo modo, si potrà valutare davvero la convenienza di uscire a 62 anni con quota 103. Se si punta alla pensione anticipata ordinaria, la pensione stessa salirebbe a causa dei 22 mesi in più di contributi che vengono versati.