Non spendere quei 50 centesimi: la rivelazione che ne moltiplica il valore nascosto

I 50 centesimi di euro identificano una comune e molto diffusa forma di emissione ovviamente portata all’utilizzo non solo in Italia ma anche in buona parte del continente europeo, ovunque sia in vigore l’euro come valuta effettiva, allo stato attuale sono circa una ventina di nazioni principali che fanno ricorso anche a questa moneta.

E’ la più “grande” come valore economico e d’acquisto tra le emissioni dei centesimi di euro, e per questo non gode di un interesse unico e stabile da parte dei collezionisti di monete, oltre che dai veri esperti di numismatica, generalmente più concentrati sulle monete dal valore simbolico ed economico più alto.

1 e 2 euro infatti sono maggiormente attrattivi e spesso questo viene palesato anche da vari elementi che portano un valore ad aumentare nel corso del tempo, ad esempio le monete commemorative. Anche i 50 centesmi però non sono assolutamente tutti uguali: nel “maneggiarli” possiamo scoprire un valore assoluatmente più alto di quello facciale.

Riconoscere i 50 centesimi

La moneta da 50 centesimi di euro si configura come una delle più comuni, risulta essere al tatto abbastanza riconoscibile anche prima che alla vista. In questo caso viene costituita da una moneta costituita da un unico tipo di lega metallica che è sostanzialmente un ottone, sviluppata da uno strato di rame ricoperto da una lega di zinco, stagno ed alluminio.

Come le altre monete europee anche questa ha una “faccia comune” per tutti gli stati dell’Eurozona, mentre quella opposta viene modificata dalle singole nazioni, che hanno quindi la possibilità di modificare anche in modo non unico la propria “faccia” sulle monete, incluse queste diffuse emissioni che godono di una ottima riconoscibilità.

Alcuni stati infatti hanno cambiato anche più di una volta la “faccia” delle proprie monete da 50 centesimi, e naturalmente le più interessanti sono proprio quelle configurate come “particolari”, spesso più rare o comunque decisamente colme di un interesse maggiore da parte del collezionista medio che ha quindi più ragioni a cercarle.

Le monete da 50 centesimi da ricercare

Neanche con troppa sorpresa, le monete da 50 centesimi sono quelle indiscutibilmente appartenenti ai microstati, ovvero le entità che sono formalmente indipendenti anche storicamente parlando ma che data la loro ridotta estensione necessitano del supporto effettivo di altre entità più grandi e nazioni munite di una zecca propria per la creazione di monete.

E’ il caso di San Marino, che si trova proprio all’interno del territorio italiano. La zecca di Roma sviluppa le monete anche sammarinesi e queste possono avere un valore diverso tra le varie versioni, la prima e seconda serie hanno una raffigurazione evidenziata dalle Tre Torri sul monte Titano, ed il valore può essere compreso tra i 10 ed i 30 euro per i pezzi del 2002 e 2003 in particolare.

La terza serie, che è ancora in produzione evidenzia invece al centro della moneta sul lato opposto a quello comune, una raffigurazione di Santo Marino, l’individuo che viene considerato il fondatore effettivo della piccola repubblica, la prima forma effettiva di stato di questo tipo concepito nel continente europeo dopo la caduta di Roma. Questa moneta vale fino a 35 euro se in Fior di conio, se del 2017.

Altri 50 centesimi rari

Molto ricercati sono quelli vaticani, quasi tutti risultano essere corrispondenti al volto del Papa di turno, almeno fino al 2017, da questo anno particolare infatti dietro richiesta di Francesco I il volto del pontefice non è più presente, al suo posto vi è lo stemma dell’attuale pontefice. Le monete sono quindi differenziate dal volto o dal simbolo in questione.

Le prime hanno naturalmente il volto di Papa Wojtyla, dal 2002 al 2005, anno della scomparsa, e sono probabilmente le più rare perchè le primissime sono state concepite unicamente per i collezionisti. Il valore di un esemplare del 2002 infatti arriva fino a 80 ero, le altre si spingono fino a 40 euro se in condizioni assolutamente perfette di conservazione.

La moneta del 2005 con la Sede vacante può raggiungere all’asta anche i 100 euro infatti è molto rara, mentre le successive emissioni con Papa Ratzinger emesse dal 2006 al 2013 sono meno rare ma possono valere fino a 15 – 20 euro se in Fior di Conio. Poi sono giunte le emissioni con Papa Francesco I, molto amate ma dal valore non elevatissimo, fino a 10 – 12 euro.

Valore generale

Come evidenziato si tratta di monete dal valore non elevatissimo, in quanto ancora considerabili “nuove” in parecchi casi si tratta anche di emissioni che seppur meno frequenti rispetto a quelle italiane, sono comunque facilmente individuabili sul territorio nazionale. Le monete in questione infatti potranno godere di un valore in aumento in futuro, prevedibilmente.

Non sempre gli errori di conio, molto “sbandierati” sui vari siti di aste online permettono di guadagnare molto di più del valore facciale: le monete in questione infatti sono spesso difficili da identificare per rarità effettiva e questo porta una mancata riconoscibilità, con un valore che spesso viene sopravvalutato. Le condizioni di conservazione restano gli elementi principali da considerare.

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