Scopri la tua età pensionabile ideale in soli 2 minuti

L’età pensionabile è un dato ufficiale, stabile ma che non risulta essere compatibile con ogni personalità e lavoratore attiva effettivamente parlando, in particolar modo con questo dato che va sempre aumentando anche se da diversi anni appare stabile ad una età definita, impiegata come “base ufficiale” per calcolare gli importi pensionistici.

Anche le modalità di pensione ed i requisiti anagrafici sono influenzati da questo fattore, e non è sempre facile almeno in apparenza comprendere la “giusta” età pensionabile, ricordando anche ai lettori che le tipologie di metodi che possono portare ad una quantomeno accettabile uscita dal mondo del lavoro sono molte.

Scoprire la propria età pensionabile è semplice, ancora di più una volta compreso anche in maniera abbastanza superficiale l’attuale panorama di lavoro e pensione, contesto che viene calcolato e rinnovato ogni anno, con una serie di modifiche a regolamentazioni già esistenti ma anche nuovi tipi di pensionamento e non solo.

Cos’è l’età pensionabile

Naturalmente l’età pensionabile corrisponde al termine minimo in fatto di età anagrafica che rispecchia una specifica soglia di “anzianità” da raggiungere per presentare la più tradizionale forma di pensione, detta spesso di vecchiaia. Questo termine fa riferimento ad una specifica età che varia da diversi anni, in base anche al contesto sociale italiano.

Come altre nazioni simili, come ad esempio quelle dell’Europa Occidentale, il calcolo dell’età pensionabile è relativamente portata ad essere compresa tra l’età media di una nazione ma anche in base alla crescita anagrafica e lavorativa. L’Italia si trova da molti anni i condizione di decrescita, quindi l’età pensionabile è sempre più alta seppur risulti stabile.

Quella aggiornata almeno fino al 2026 (ma secondo molti resterà tale almeno fino al 2028) è di 67 anni, che costituisce quindi la base assoluta per andare in pensione in modo tradizionale, associando il tutto ad un contesto facilitato che si applica per praticamente ogni forma di lavoratore, a patto di attribuire almeno 20 anni di contributi versati.

Pensione anticipata

Esistono però naturalmente altre forme di metodologie di pensionamento che rispecchiano al meglio la situazione problematica che colpisce questo paese e non solo, che è già abbastanza portato ad avere un età media già abbastanza avanzata con il problema del dover per forza di cose sostituire quindi replicare i posti di lavoro lasciati dai pensionati.

67 anni sono effettivamente troppi per molti, da qui è stato concepito un meccanismo che garantisce un pensionamento anticipato ma a condizioni non sempre favorevoli: si è discusso molto di una modifica al sistema pensionistico che però ancora non è arrivata.
Si parte dalla pensione anticipata unicamente contributiva, che può essere richiesta indifferentemente dall’età anagrafica.

Questa fa riferimento esclusivamente ai contributi versati che sono un minimo i 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, in questo caso però è stata concepita anche la cosiddetta finestra mobile, ovvero uno spazio di tempo tra il periodo dell’accettazione della pensione e la prima erogazione che è di 3 mesi.

Altre forme

Altre forme di pensione possono includere i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che indifferentemente dall’età anagrafica e dal genere possono andare in pensione con almeno 41 anni di contributi netti, se questi hanno iniziato sostanzialmente iniziato a versare contributi, almeno 12 mesi all’età di 19 anni compiuti ed effettivamente comprovabili.

L’Ape Sociale è uno strumento che garantisce la pensione anticipata in condizioni uniche per lavoratori particolari che si trovano in categorie o condizioni specifiche come ad esempio i lavoratori legati a mansioni gravose, coloro che sono individuati come caregiver ovvero che si occupano di un parente anziano da almeno 6 mesi, i disabili con almeno il 74 % ed i disoccupati.

Le regole per il pensione anticipato contrbutivo a 41 anni vale anche per queste categorie, inoltre le medesime sfruttando l’Ape Sociale possono andare in pensione ad un’età minima di 63 e 5 mesi di età, con un apporto contributivo minimo di 30 fino a 36 anni a seconda della categoria. Le donne possono ottenere uno “sconto” di un anno se ha almeno un figlio fino a 2 figli.

Calcolo pensione

Infine c’è Opzione donna, rinnovata anche per il 2025 per le lavoratrici dipendenti ed autonome con almeno 61 anni di età e 35 anni di contrituvi non figurativi, anche in questo caso è previsto uno “sconto” di 1 anno per figlio in caso di madri, fino a 2 figli quindi 2 anni in meno necessari. Infine vi è Quota 103, raggiungibile con 62 anni di età minimi e 41 di contributi.

Il calcolo della pensione si può simulare sfruttando vari strumenti digitali in pochi minuti come ad esempio La mia pensione futura, da parte dell’INPS collegandosi al portale ufficiale, dove inserendo i propri dati effetti è possibile avere una forma di simulazione precisa di quanto andrà a “prendere” il lavoratore al termine.

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