I francobolli sono una “cosa seria” per numerosi collezionisti di tutto il mondo e per parecchi simboleggiano più di ogni altra cosa, nel campo dell’oggettistica, gli oggetti da collezione, ancora più delle monete, molto probabilmente. Le collezioni dei francobolli risultano ancora oggi molto attrattive e particolarmente apprezzate da decadi intere.
Sia personalità comuni che famose hanno nel tempo collezionato francobolli, elementi che garantiscono una vera e propria parte di storia di paesi molto disparati, anche se lo scopo delle emissioni è molto più pratico dell’atto collezionistico. I francobolli sono spesso valutati singolarmente ma anche all’interno di gruppi e collezioni legate.
Valutando i singoli pezzi infatti bisogna considerare l’intero contesto storico, ma spingono sulla valutazione anche altri fattori molto specifici, come vedremo di seguito che vanno a portare una vera e propria valutazione in aumento in alcuni casi, raggiungendo cifre apparentemente fuori mercato. Quali sono quelli che valgono di più, al giorno d’oggi?
L’invenzione del francobollo
L’invenzione del francobollo ha evidenziato una vera e propria necessità che ha portato nella maggior parte dei casi un miglioramento del sistema del trasporto postale e della corrispondenza, e non a caso questa forma di “invenzione” è arrivata in un contesto di trovate e soluzioni, condite da un nuovo tipo di meccanismi.
Infatti ll “ruolo” del francobollo è quello di una tassa (in greco il termine filatelia viene tradotto dal doppio significato di filos, che significa franchigia, tassa, e telia ovvero amore, passione) che viene commisurata al trasporto necessario. Una tassa che applicata quindi in anticipo sulla corrispondenza postale, permette di evitare il pagamento da parte del destinatario.
Una trovata che oggi può sembrarci scontata ma che non lo è affatto: assieme al francobollo è nata anche l’idea dell’affrancatura, per questo gli stati fin da subito hanno iniziato a sviluppare esemplari dal valore facciale diverso, così da riuscire anche in quantità diverse ad arrivare al costo necessario, contesto che perdura ancora oggi.
I francobolli più rari
Sono tantissimi gli esemplari che hanno “fatto la storia” e che possono essere identificati come qualcosa di estremamente popolare anche per i novizi del contesto filatelico, a partire dal primo francobollo in assoluto, datato 1840 e concepito per le poste del Regno Unito. Dal valore di un Penny, chiamato anche Penny Black in quanto concepito in bianco e nero, questo è un vero e proprio esemplare storico.
Emesso in quantitativi per l’epoca non banali, oggi è molto ricercato ed ha un valore potenzialmente interessante anche se non è tra i più rari, vale comunque mediamente tra i 1000 ed i 3200 euro se in condizioni perfette. Questa forma iniziale di francobollo non era ancora munito di dentellatura, che sarebbe arrivata in fasi successive, nel perfezionamento di questi oggetti.
Sono molto spesso apprezzati i vari errori di stampa perchè portano pezzi concepiti per essere inizialmente comuni ad essere in realtà estremamente rari, come il Dendermonde (ovvero la sede del parlamento belga) che in questo pezzo del 1920 che in pochi esemplari risulta essere capovolto, per errore, oggi viene valutato anche fino a 70 mila euro.
Le collezioni più interessanti
Anche volgendo lo sguardo all’Italia sono non poche le emissioni dall’enorme interesse suscitato, anche perchè a lungo l’Italia, in concomitanza con la prima diffusione di questi oggetti, non è stata una entità unita fino al 1861. Tra le collezioni più storicamente interessanti figurano i francobolli con la firma del generale Badoglio nel 1944.
Si tratta di una serie di 4 francobolli concepiti durante il periodo della luogotenenza, dopo lo sbarco degli Alleati, e con la sede del governo spostata a Bari, città che per alcuni mesi ha emesso alcuni francobolli. Questi sono ufficialmente, quelli con la firma di Badoglio non emessi ma diverse decine furono stampati, singolarmente valgono tra i 700 ed i 1500 euro, l’intera collezione vale oltre 7000 euro.
Molto di più vale una delle forme di francobolli più interessanti, ovvero quello con la Testa di Mercurio concepiti dal Regno Lombardo-Veneto, dipendente dall’impero austroungarico prima dell’unità d’Italia. Il più noto è il pezzo azzurro da 3 centesimi che vale tra i 300 ed i 1000 euro ma l’intera collezione può valere anche fino a 85 mila euro se in condizioni eccellenti.
I fattori che modificano il valore
Anche i francobolli sono fortemente influenzati nel valore finale in base alla rarità ma anche dell’importanza storica e spesso anche politica dell’esemplare. Come per le monete, gli esemplari più interessanti sono quelli che per un motivo o per un altro non sono stati effettivamente stampati in quantità importanti, restando quindi poco diffusi.
Così come lo stato di conservazione, i francobolli più antichi sono ancora più rari perchè se non opportunamente conservati tendono a rovinarsi anche con il semplice effetto dell’aria o della luce naturale. Per questo le collezioni sono spesso conservate in grossi libri o raccoglitori appositi, non solo per una questione di ordine.